Questa notizia è stata letta 840 volte
Seconda puntata delle vicende cinquefrondesi del 1943 quando i soldati angloamericani arrivarono a Cinquefrondi e ne presero il comando. Dal loro quartier generale, nella villa del commendatore Galluzzo in via Roma, i liberatori scoprirono presto che in fondo, a Cinquefrondi, le cose non andavano poi così male (leggi qui https://www.cinquefrondineltempo.it/leccezionale-scoperta-del-medico-tropeano-sulloccupazione-angloamericana-di-cinquefrondi/) e invece di rimuovere il Podestà fascista avv. Pasquale e il suo braccio destro, il segretario comunale Domenico Reitano, propongono per entrambi addirittura la conferma nel loro incarico, giudicandoli ‘onesti e capaci’.
Agli alti comandi militari invece il Podestà Pasquale è malvisto in quanto fascista e viene accusato di malversazioni nella gestione degli aiuti in beni alimentari e denaro che gli americani spediscono a Cinquefrondi. Ma i militari locali e poi anche il prefetto dicono che non è vero, anzi sottolineano che Pasquale opera gratuitamente e si attiene alle disposizioni.
I dettagli della vicenda e di come sia andato a finire il braccio di ferro fra accusatori e difensori di Pasquale (insieme a molte altre informazioni, fra cui la nomina del poeta Pasquale Creazzo a sindaco di San Giorgio Morgeto) ce li racconta in questo nuovo articolo Francesco Tropeano, medico e cardiologo di professione, e anche grande appassionato di storia. Tropeano ha avuto accesso ad alcuni documenti non più secretati del ministero della guerra del Governo degli Stati Uniti. Buona lettura
di Francesco Tropeano
Nella prima parte di questo inedito reportage a ritroso nella nostra storia cittadina, abbiamo documentato come fosse stato addirittura cordiale l’incontro della popolazione e delle istituzioni cinquefrondesi con le forze militari angloamericane.
Apparentemente poco o quasi nulla era cambiato: il podestà era sempre lo stesso, il maresciallo sempre lo stesso, i preti sempre gli stessi e anche il pretore ( Raschellà ) sempre lo stesso.
Si vedevano questi spilungoni dinoccolati salire e scendere le scale dello stesso municipio e ogni tanto qualche pattuglia per le vie del paese. Infatti fondamentalmente supplivano al lavoro amministrativo che prima veniva fatto da una decina di funzionari provinciali che erano ritornati a Reggio.
In quei giorni Cinquefrondi era pervasa da un clima euforico. Finalmente era finita la guerra. Basta l’incubo delle sirene, basta con il fragore delle bombe. Si poteva tornare nelle campagne, non più per rifugiarsi dalle bombe, ma per iniziare a coltivare qualcosa. Si poteva tornare nelle proprie case ed aspettare con ansia il ritorno dei figli partiti adolescenti per lontane trincee. Gli occhi di centinaia e centinaia di mamme si affollavano di lacrime e trepidavano al solo pensiero di poterli riabbracciare dopo anni.
Il problema del cibo era mitigato dall’arrivo settimanale di un camion di viveri. Come aveva previsto Schauffler nel famoso rapporto, ogni settimana arrivavano a Cinquefrondi, provenienti dal magazzino di Reggio, diretto dal luogotenente Heller, i camion con circa : 60 sacchi di farina da 98 libbre ; 10 sacchi di zucchero da 100 libbre ; 10 sacchi di sale da 50 libbre e 5 casse di latte condensato pari a 240 pezzi. Erano le razioni per la popolazione. Ma a Cinquefrondi c’era anche il carcere ; allora il nonno di Giulio Pittalis, in quegli anni, direttore del Carcere, prende carta e penna e scrive al podestà e al Comando militare alleato . Fa presente che anche i detenuti devono mangiare e fa quindi richiesta di quanto occorre per il vitto giornaliero e si premura di precisare che il pagamento di tali vettovaglie sarà effettuato dalla Direzione Centrale delle Carceri e che comunque tutto verrà registrato con tanto di bollettini di carico e scarico.
Il cap. O’ Brien ricevuta la richiesta, la trasmette ad Heller che dispone, a 2 giorni dalla data della lettera di Pittalis, l’invio a Cinquefrondi di quanto richiesto.
I soldati avevano portato un buon cioccolato, almeno per i nostri gusti assuefatti da anni di autarchico surrogato; anche le sigarette non erano male, ma le scatolette di sardine facevano proprio schifo. E se ne accorsero ben presto anche loro, tanto che alla mensa militare ben presto cominciarono a comparire i primi ingredienti della nostra dieta mediterranea a partire dall’olio d’oliva, che compravano direttamente dai contadini e dai piccoli possidenti. Non era ancora la trattoria di Peppe Amato, ma eravamo già sulla buona strada.
Gli insediamenti angloamericani erano presenti, sulla costa tirrenica, solo a Reggio, Palmi e Cinquefrondi.
Il capitano Schauffler, in qualità di Ufficiale per gli affari civili (Civil Affairs Officier, CAO) aveva stilato il 13 settembre il rapporto su Cinquefrondi e lo aveva inviato al Comando Provinciale ed alla Prefettura, dove intanto aveva iniziato a riunirsi il CLN provinciale, composto da quasi tutti quei partiti che impareremo a conoscere durante la prima Repubblica. Subito iniziarono i primi mugugni e poi apertamente le critiche anche violente sull’operato del capitano e sui suoi giudizi così lusinghieri su uomini oggettivamente compromessi con il fascismo. Il prefetto, Rosario Speciale, prende atto, ma in concreto non muove un dito. La diatriba sull’inaudita ( sic !) situazione di Cinquefrondi si sposta allora sui tavoli regionali.
Intanto a Cinquefrondi tutto proseguiva secondo gli intendimenti del capitano Schauffler; ed anche quando questi fu chiamato ad altri incarichi, più prestigiosi, il suo successore, capitano O’Brien, CAO a Palmi, ritenne opportuno proseguire sulla strada tracciata da Schauffler. Questi lo ritroveremo in Germania qualche anno più tardi col grado di maggiore e con compiti organizzativi di elevato livello fra cui la gestione dell’operazione MFAA, resa celebre dal film Monuments Men con George Clooney e Matt Damon. Cosi riporta un blog di veterani americani https://text-message.blogs.archives.gov/2014/07/21/monuments-man-charles-sawyer-i/
Ma torniamo a noi . Il 30 Novembre 1943, quando ormai il Prefetto di Reggio Rosario Speciale pensava di esserci lasciato la bufera alle spalle, gli arriva un sonoro cazziatone sottoforma di richiamo ufficiale scritto. Il Prefetto sente la poltrona traballare pericolosamente sotto le sue terga. In un documento, articolato in diversi punti e firmato dal Maggiore D.F. Benton Jones, (Senior Civil Affairs Officier – Alto Ufficiale per gli Affari Civili), gli viene contestato di aver tollerato la permanenza dell’avvocato Pasquale al vertice dell’amministrazione civile, malgrado fosse noto che Pasquale era stato insediato dal regime fascista ed ora, secondo alcune voci, approfittava della sua posizione per fare basso clientelismo con gli aiuti in vettovaglie e denaro che l’AMGOT forniva. Il Maggiore Benton Jones era di fatto il governatore militare della Calabria, come il “mitico” colonnello Charles Poletti lo era stato per la Sicilia prima e la Lombardia poi.
Ci mette una settimana il prefetto Speciale a rispondere. Lo fa ovviamente in inglese ed in tono un po’ fantozziano. Proviamo a tradurre.
Ill.mo Sig. D.P. Benton Jones – Major R.A. – S.C.A.O. – Villa Berlinghieri CROTONE
OGGETTO : Ultimo sindaco di Cinquefrondi Avv. Pasquale
In riferimento al punto 3 della vostra del 30 nov. 43 prot. 10240-147, Devo chiarire che l’ultimo sindaco di Cinquefrondi, avv. Pasquale, esercita la libera professione di avvocato e non distribuisce farina né ha nulla a che fare con l’amministrazione comunale. In passato come Sindaco, ed essendo apprezzato dal cap. Schauffler e dal cap. O’Brien, era stato incaricato della distribuzione della farina ai Comuni vicini e svolgeva questo lavoro senza alcuna retribuzione e solo ottemperando alle istruzioni ricevute dai governatori alleati locali.
IL PREFETTO (Rosario Speciale )
Aguzzando la vista, in fondo alla lettera c’è una nota scritta a mano ( I think this is for you ) dal maggiore Benton Jones e rivolta al C.A.O. di Reggio : “Penso che questo sia per te” . Io preferisco interpretarlo con : penso che questo sia ormai affar tuo. Ed immagino che a questa nota il maggiore Benton Jones abbia fatto seguire un gesto eloquente, come a scacciarsi di dosso un moscerino con una “ziccardata”! Non passerà che qualche settimana, il prefetto Speciale avrà appena il tempo di mangiare il panettone e brindare al nuovo anno. Il 3 gennaio 1944 sarà sostituito da Antonio Priolo, nuovo prefetto di Reggio Calabria.
Sarà Antonio Priolo a nominare Fortunato Seminara, il grande scrittore, come sindaco di Galatro. E sarà ancora Antonio Priolo a nominare Pasqualino Creazzo sindaco di S. Giorgio Morgeto. Puntualmente in entrambi i comuni scoppieranno i casini, e che casini ! Ma questa è un’altra storia, lasciamola raccontare agli storici locali.
Egregio Dottore Tropeano, anke se non ho il piacere di conoscerla di persona, sono a porgergli vivissimi komplimenti per aver riportato particolari inediti sulla storia di Cinquefrondi difficilmente reperibili kon dovizia.
Di Pasquale Creazzo abbiamo civilmente e serenamente scritto e dibattuto nelle tre interessanti puntate curate da Francesco Gerace e Franco Tropeano, apprendendo nuovi particolari sulla sua figura, sulla sua vita, sulla cultura da autodidatta, sui pregi oratori, sul fatto che seppur osteggiato, non fu mai perseguitato, nè incarcerato nel periodo 1922-1943. Egli fu coerente con la sua fede politica.
La personalità e il rigore culturale dell’uomo libero, pensatore non si sposano quasi mai con cariche politiche,ancor di più se rivestite in periodi difficili,anzi drammatici. E quello della povertà causata dalla guerra e dalla gestione degli ammassi e della distribuzione di grano da parte dei padroni anglo-americani in casa nostra lo erano. Così dicasi del mercato nero dei nostri paesini. Don Pasquale Creazzo fu Commissario Prefettizio a San Giorgio Morgeto nel 1944 per meno di un anno, gli successe Giuseppe Correale ” che portò farina”, come diceva la scritta bianca di quei giorni che fino a qualche anno addietro si leggeva su un muro del paese amico San Giorgio Morgeto.