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Soddisfazioni cinquefrondesi oltreoceano. Le sta racogliendo a piene mani un figlio di cinquefrondesi che dalle parti di Buenos Aires è diventato una vera autorità. Si tratta di Eduardo Tropeano, giornalista, scrittore, editore di successo, animatore di iniziative culturali e ricreative nel nome dell’Italia e della calabresità.

In questi giorni nel vasto comprensorio urbano di Garin (alle porte di Buenos Aires) Tropeano è diventato una specie di star, il suo ultimo libro viene presentato a ripetizione in centri culturali, associazioni, mentre giornali e tv locali ne parlano e gli dedicano interviste e servizi vari, insomma Eduardo sta vivendo giorni impegnativi e pieni di soddisfazioni.

Figlio di cinquefrondesi emigrati a Buenos Aires alla metà del secolo scorso (della sua famiglia abbiamo parlato qui https://www.cinquefrondineltempo.it/vita-di-emigranti-eduardo-tropeano-racconta-la-commovente-storia-della-sua-famiglia/ ) Tropeano nella sua lunga carriera ha già pubblicato diversi libri, il penultimo dedicato proprio a Cinquefrondi (intitolato ‘La heguera’ cioè la ficara, ricco di storie familiari cincrundise che si perdono nella notte dei tempi) ha fondato ed è stato a lungo direttore del giornale ‘Informe 21’, di una tv e di un sito, ora è in pensione, ma continua a scrivere. Parla un discreto dialetto, nonostante sia nato e sempre vissuto in Argentina. Il suo cincrundisu è quello antico, parlato dai suoi genitori e dagli altri componenti della famiglia che uno alla volta, a partire dalla metà del Novecento, lasciarono Cinquefrondi per stabilirsi nei dintorni di Buenos Aires. Gente semplice, con pochi mezzi, poco istruita, ma con una grandissima voglia di farcela, come dimostra la storia stessa di Eduardo che nel suo territorio è diventato un personaggio noto, e per anni è stato anche a capo del circolo dei Cinquefrondesi.

.Il nuovo libro di questo figlio di Cinquefrondi è  un trattato storico sulla sua città di residenza e s’intitola “Garín, il suo passato, la sua gente, un presente, un futuro”, un volume di 180 pagine che ripercorre la storia del luogo dai tempi della conquista spagnola fino ai giorni nostri.
Garín, che il 19 giugno ha celebrato il suo 130° anniversario, è una città di oltre 80.000 abitanti, a 40 km da Buenos Aires. All’inizio era una zona rurale per l’allevamento di mucche e pecore, e di produzione  di latte; poi Intorno agli anni ’50 e ’60, ci fu il boom florovivaistico, ogni giorno partivano dalle aziende locali in maggioranza ‘italiane’ molte migliaia di stock di fiori, destinate a tutto il sud America. Attualmente l’attività principale è quella industriale.

I primi coloni che promossero diverse economie furono italiani, insediatisi alla fine dell’800, tra questi i Resio, con una fornace di laterizi, e Don Pablo Lamberti con la produzione agricola. A Garín sono presenti un gran numero di etnie, predomina la comunità italiana (con molte famiglie di cinquefrondesi, ormai arrivate alla quinta e sesta generazione), oltre a molti discendenti di tedeschi del Volga, discendenti di spagnoli, e attualmente ci sono flussi migratori dal Paraguay, Bolivia, Perù, Cile e Venezuela.
Eduardo Tropeano è nato il 17 aprile 1958, figlio dei nostri concittadini Antonio Tropeano e Teresa Papasidero. Entrambi non si conoscevano quando vivevano in paese a poca distanza l’uno dall’altra, ma si sono conosciuti a Garín e si sono sposati nel 1957. Loro, come tanti nostri paesani, all’inizio erano fioristi, ma in seguito si dedicarono al commercio, aprendo un negozio di alimentari che nel tempo è diventato un supermercato.
Nel capitolo dedicato agli Italiani Tropeano scrive che la crescita di Garín è stata ‘alimentata’ da un gran numero di immigrati di diverse nazioni. In questa città si può parlare di vera diversità: ci sono russi, ucraini, spagnoli, mediorientali. Tedeschi e tedeschi del Volga, ebrei; anche greci, francesi, jugoslavi, inglesi, giapponesi, portoghesi. C’era perfino un quarttiere di polacchi. E poi un gran numero di paraguaiani e boliviani, ora anche venezuelani, ma sono stati senza dubbio gli italiani ad aver lasciato la maggiore influenza e impronta in questa città.

La maggior parte degli immigrati dall’Italia arrivò in queste terre al tempo di Peron (dalla metà degli anni ’40 in poi) arrivarono in gruppi familiari numerosi a Garín. Molti di loro si dedicarono ai vivai per la produzione di fiori recisi, raggiungendo più di cinquanta stabilimenti: le famiglie Virgadaula, Torre, Tropeano, Condoluci, Mércuri, Parlatto, Peres, Manfredi, Seminara, Burzese, Zerbonia, Zuccalá, Casella e molte altre. Così per trovare nuovi orizzonti vennero in queste terre anche gli Scarfó, Podrecca, Poletti, Langone, Poggi, Cánepa, Furchilli, Pianesi, Casella, Papasidero, Pronesti, Albanese, Mallamace, Ferraro, Leonetti, Cefaratti, Zuppa, Ciancio, Caero, Impusino e molti altri. Secondo l’Associazione Italiana di Garin, fondata nel 1998, sono più di cinquemila gli individui tra italiani di origine e loro discendenti (i nomi delle famiglie indicati in neretto sono originari di Cinquefrondi).
Eduardo Tropeano è stato tre volte presidente e tre volte vicepresidente dell’Associazione Italiana di Garín, che il 7 giugno ha festeggiato il suo 25° anniversario. Fu la necessità di creare uno spazio per mantenere viva la cultura e le tradizioni italiane portate dagli immigrati in queste terre a spingere un gruppo di italiani a creare un’istituzione ‘Garín 105’ che rappresentasse loro e i loro discendenti.

Nacque così, il 7 giugno 1998, l’Associazione Italiana Garín.  Il suo primo presidente fu Ernesto Poggi e tra i membri della prima commissione e precursori di questa entità c’erano Juan Carlos Parlatto, María Rosa Podrecca, Lea Peres, Natalio e Albina Crusil, Leonardo Ferraro, Augusto Biancolini, Eduardo Tropeano, Antonietta Impusino , Daniel Caero, Nicola e Catalina Condoluci, Rosa Condoluci, Rosalba Poletti, Rosina Casella, Rosa Scarfó e altri, che con molta fatica, dopo un anno di incontri nella Rotary house, riuscirono perfino ad acquistare il terreno dove oggi sorge la sala e la sede istituzionale, in Calle 2 de Abril 250. Tra l’altro, questa istituzione è diventata un punto di riferimento per Garín e ha generato eventi culturali come serate liriche e di balletto al Teatro Escobar Seminari e altri luoghi. Questa organizzazione rappresenta in qualche modo gli italiani e i loro discendenti che, secondo i membri dell’associazione, sono circa cinquemila persone. Centinaia di commensali si riuniscono spesso nel suo spazio per gustare pasta e pizza “all’uso nostro” e soprattutto per ascoltare buona musica italiana.

Oggi questa bella storia, dove c’è molto di italiano e di cinquefrondese, è stata raccontata con dovizia di particolari nel libro di Eduardo Tropeano, e a lui vanno fatti certamente i complimenti.

 

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