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Viene da lontano il nuovo vescovo di Oppido-Palmi, viene infatti dal Veneto, precisamente dalla diocesi di Padova, e la sua nomina è stata ufficializzata oggi dalla Santa Sede. Si chiama Giuseppe Alberti, ha 58 anni e attualmente è parroco di Santa Maria Assunta in Solesino. Prenderà il posto di mons. Francesco Milito che ha lasciato l’incarico per limiti di età.
 Mons. Giuseppe Alberti è nato il 17 giugno 1965 a Este, in provincia e Diocesi di Padova ed è stato a lungo impegnato come missionario in Sudamerica.
Dopo aver frequentato il Seminario Minore di Padova, ha concluso il ciclo di studi in Filosofia e Teologia presso il Seminario Maggiore.
È stato ordinato sacerdote il 10 giugno 1990 per la Diocesi di Padova.
Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Assistente nel Seminario Minore di Padova (1995-1998); Licenza in Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica del Triveneto; dal
2000, Missionario fidei donum in Ecuador per seguire il processo formativo dei seminaristi della
Diocesi di Tulcán nel Seminario Nuestra Señora de la Paz ed insegnare di materie filosofiche e
teologiche; Rettore del Seminario Maggiore e Collaboratore Pastorale nelle Parrocchie di Tulcán;
Coordinatore degli studi e membro del Collegio dei Consultori; Membro dell’organizzazione e del
coordinamento della fase diocesana e nazionale del III Congresso Missionario Americano di Quito
(2008); dal 2011, Moderatore dell’Unità Pastorale di Villafranca Padovana; dal 2013, Vicario
Foraneo del Vicariato di Limena.
Attualmente è Parroco di Santa Maria Assunta in Solesino.

La prima intervista del nuovo vescovo di Oppido-Palmi

https://youtu.be/vn9xw1xsdV8?si=44GqxwYNicW_7NPy  

 

21/Set/23

Primo messaggio del nuovo vescovo Giuseppe alla diocesi di Oppido M.- Palmi

Cara Chiesa di Oppido Mamertina – Palmi

Caro Vescovo Francesco

Vi raggiungo con un fraterno saluto nel Signore e pur non conoscendo né le persone e tanto meno la vostra realtà diocesana, percepisco nel mio cuore già fin d’ora un sentimento di vicinanza spirituale e di simpatia umana.

Riconosco sinceramente che ho ricevuto con grande sorpresa e non poco turbamento la richiesta del Santo Padre di nominarmi pastore della Chiesa particolare che vive in Oppido Mamertina-Palmi. Lo sappiamo tutti che ciò che non si conosce è fonte d’incertezza e di timore, ma proprio in questi giorni le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: «Non temere» (Lc 5,10), come a dire: non guardare alla tua inadeguatezza ma fidati di me. E allora «sulla tua parola» (Lc 5,5) ho accolto questa chiamata mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio.

Mi avvicino a voi in punta di piedi, cosciente che il Signore è arrivato nelle vostre terre prima di me e che la sua Sposa ha già molti figli nelle comunità cristiane della Diocesi. Questo mi fa sentire meno solo nel compito che mi è stato affidato e se ho accolto questa nuova chiamata è perché sono convinto che le risposte saranno il frutto di un dialogo fraterno, di una ricerca comune, e prima ancora di una fedeltà a un dono condiviso ricevuto che ci farà fare un pezzo di strada insieme. Fra Gerusalemme ed Emmaus, fra Oppido Mamertina e Palmi, il Signore camminerà con noi e noi cercheremo, insieme, di farlo con Lui.

Desidero esprimere riconoscenza a chi ha lavorato prima di me in questa “vigna del Signore”, spendendo energie e dedicando tempo e passione per l’annuncio del Vangelo, in tempi non facili come quelli nei quali stiamo vivendo.

Anzitutto un grazie al vescovo Francesco per la fraterna accoglienza già manifestata telefonicamente e che mi fa percepire un senso di continuità nei passi della Chiesa diocesana, una “traditio ecclesiae” che fa fluire il dono della fede nel cuore dei singoli e delle comunità, di generazione e generazione, nelle parrocchie e nelle famiglie.

Percepisco inoltre una sintonia particolare con i presbiteri e i diaconi, i seminaristi del Seminario diocesano. Aver lavorato per tanti anni, sia a Padova che in missione, nell’ambito della formazione e dell’accompagnamento, mi ha portato a percepire l’importanza vitale di queste vocazioni presenti nella Chiesa locale per il bene del popolo di Dio. Cercheremo di vivere una cura vicendevole e un rapporto leale e di collaborazione perché le nostre comunità cristiane siano “casa tra le case”, “famiglia di famiglie”, e non manchi uno sguardo privilegiato verso chi è più povero e marginale.

Un caro saluto va anche ai religiosi e alle religiose presenti nel territorio, alle varie istituzioni e al popolo santo di Dio. La vocazione battesimale dei laici è fonte di grande generosità che si manifesta in forme variegate di servizio nelle nostre parrocchie e di testimonianza nel mondo di oggi. Sento che il corpo vivo della Chiesa non può fare a meno di loro.

Da parte mia c’è la disponibilità a mettermi accanto a voi come “discepolo” che è chiamato a imparare, nell’ascolto condiviso che aiuta a «discernere insieme la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto» (Rm 12,2), al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale.

Fin d’ora chiedo umilmente la vostra preghiera perché la mia presenza tra voi non manchi di amorevolezza e di comprensione, di luce e di sapienza, di forza d’animo e fiducia nel Signore.

Sento che ho un debito grande di riconoscenza verso la Chiesa di Padova che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatré anni sto servendo come presbitero. In questo momento il mio pensiero va ai vescovi con cui ho collaborato, al vescovo Claudio, al vescovo Antonio, ai sacerdoti e laici con cui ho condiviso tanti percorsi di crescita umana e cristiana, a collaboratori e amici che mi hanno insegnato il gusto del lavoro generoso, la fedeltà a Dio e ai fratelli, la gioia di comunicare e condividere il tesoro più prezioso della mia vita: il Signore Gesù.

Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore ci benedica in questi nostri passi, ci faccia vedere il suo volto e ci dia pace.

Affido questo nuovo cammino insieme ai patroni principali della cara diocesi di Oppido Mamertina- Palmi.

Vi raggiungo con l’abbraccio del mio affetto e la promessa di una preghiera che spero reciproca.

21 Settembre 2023

Don Giuseppe Alberti

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