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Ecco il 3° ed ultimo elenco delle parole del dialetto cincrundiso che cominciano con la lettera N. Come di consueto Mimì Giordano ha rovistato dentro la nostra storia linguistica, estraendo e spiegando termini ed espressioni che sono quasi del tutto scomparse dall’uso quotidiano. Buona lettura
di Mimì Giordano
‘Ngumàri: cicatrizzarsi, figurativamente sinonimo di completamento
‘Ngunàgghja: inguine
‘Ngurrìari: il rumore delle viscere in movimento. Espressione tipica ” Imà,mi ‘ngùrrianu li gudedha” e la mamma: “Oh Meluzzedha non ti spagnari, eni pecchì non mangiasti”
‘Ngùsciu: lamento, respiro cattivo a causa di un malessere
Nìcula: vecchia moneta da 20 centesimi prodotta in nichelio
Niddì: lunedì
Nonziamaddeu: non avvenga mai o Dio, non sia mai
Notricari: nutrire, allevare
Nozzularu: il posto dove nei frantoi oleari di una volta veniva riposta la parte legnosa delle olive, il nòcciolo
‘Nsajimari: ungere qualcosa o qualche alimento con “la sajimi” , lo strutto del maiale
‘Nsi : essari nsi significa essere disposto, accondiscendente. Il contrario era “essari di truncu”
‘Nsurvari: frutto che produce nella bocca un effetto astringente, aspro.Lo provocano le sorbole ( ‘i surva) acerbe.
‘Nsuvaràtu o ‘Nsurvaràtu: si tratta di quel fastidioso addormentamento della gamba, del piede, del braccio o delle dita, quando la circolazione del sangue, per una postura sbagliata, viene impedita.
‘Ntrupàtu: abbigliato in modo rozzo, goffo, con tanta roba addosso.
‘Ntrumbari: fare sesso
‘Nturbulatu: intorbidito;si usa anche per descrivere il cielo annuvolato o il vino che sta andando a male
‘Nzertari: unire, mischiare ma anche indovinare
‘Nzinga: segno, o meglio fare un segno d’intesa o di avvertimento,fare l’occhietto: nel gioco della briscola facendu ‘nzinga si fa segno al compagno di possedere il tre di briscola
‘Nzocchè: qualunque cosa, quel che sia. Dello stesso significato anche la variante Zoccomè
‘Nzoluniri: stordire, intontirsi. espressione:”Cumpari Micu cu chida parlantina sua mi ‘nzolunìu”
‘Nzurcari: fare un solco per piantare qualcosa, ma anche incaponirsi, ostinarsi.
‘Nzurdiri: diventare sordo, oppure fare un rumore fortissimo, a volte per fare uno scherzo
Angolo da me più ” bazzicato” e memorabile: la mia scuola e il cancello dove ci sbattei la testa e ancora porto il segno, lieve, sulla fronte e dall’altra parte della strada ai miei tempi c’era il maniscalco-stagnino…
Ndroppicari,
‘Ndai rigugghiu…