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Forse non tutti sanno che era originario di Cinquefrondi uno dei più grandi compositori italiani di opere liriche. Si chiamava Nicola Antonio Manfroce e come nelle migliori tradizioni di arte, genio e sregolatezza, ebbe una vita brevissima e molto intensa, raggiunse prestissimo le vette del successo ed ha lasciato una traccia profonda nella storia della musica lirica. Tuttavia se fate una ricerca sul web, oltre a trovare decine di siti che parlano di Manfroce, vedrete che quasi nessuno fa riferimento a Cinquefrondi, e tutti lo indicano come il grande compositore di Palmi.

In effetti Nicola Antonio Manfroce nacque a Palmi il 20 febbraio del 1791, ma solo per caso diciamo così. Questa è la sua storia: i genitori erano di Cinquefrondi. il papà Domenico era un affermato maestro d’organo, concertista e direttore di banda, oltrechè insegnante di musica. La mamma di Nicola Antonio si chiamava Carmela Rapillo, la sua famiglia era originaria di Bagnara.

La giovane coppia visse felice e contenta nel nostro paese fino al 5 febbraio 1783, quando un terribile terremoto distrusse mezza Calabria e si portò via pure Cinquefrondi, falciando 1343 vite e trasformando in macerie il centro abitato. Come i nostri lettori sanno (vedi qui    https://www.cinquefrondineltempo.it/quella-volta-che-i-cinquefrondesi-videro-linferno-da-vicino/ ) fu più di un ‘semplice’ terremoto, tanto che le tracce del disastro sono rimaste a lungo nella povera Cinquefrondi di fine Settecento e inizi Ottocento.

I coniugi Manfroce salvarono la pelle, ma non la casa e nemmeno gli strumenti musicali e quasi tutto il resto delle loro cose. Dopo il disastro, la situazione si fece difficile per tutti. Il giovane Domenico pensò a come affrontare il futuro e presto decise di spostarsi altrove per cercare lavoro (in quel contesto non c’era nulla da mangiare, figurarsi se uno poteva vivere di musica) e così, insieme con la sua Carmela, raccolte le proprie cose si trasferì a Palmi forse già nel 1784 o poco dopo. A Palmi vi erano tante chiese dove suonare e tante possibilità di esercitare il mestiere di organista, anche in privato, il giovane cinquefrondese dunque era fiducioso di trovare buone opportunità di lavoro. E infatti così andò, e la giovane coppia cominciò una nuova vita.

Alcuni anni più tardi nacque il primo dei quattro figli dei coniugi Manfroce, fu chiamato Natale e seguì le orme del padre nella musica e nella composizione; nel 1791 arrivò Nicola Antonio, l’artista di cui diremo meglio in seguito, infine il quadro familiare fu completato dalla nascita di altre due figlie.

Alla vita e alla storia di Manfroce è dedicato un ricchissimo e accurato blog realizzato da Michele Manferoce, nostro concittadino nonchè discendente del compositore. Michele nel suo blog che invitiamo tutti a consultare (clicca qui https://nicolaantoniomanfr.wixsite.com/manfroce) ha reso disponibile gratuitamente anche una ricca raccolta di brani con le opere e la musica del grande artista, e tanto altro materiale per chi ha voglia di approfondire anche gli aspetti più tecnici della produzione di Nicola. Ogni cinquefrondese che ama la storia del nostro paese dovrebbe essere grato a Michele Manferoce per questo lavoro (ancora poco conosciuto) di riscoperta del suo antenato e nostro illustre co-concittadino.

Nicola Antonio Manfroce dunque, il compositore di opere liriche e musicista egli stesso, famoso in Italia e conosciuto all’estero, che con il suo lavoro commosse gli appassionati e si ritagliò uno spazio importante alla Corte napoletana durante la dominazione dei francesi, vide materiamente la luce a Palmi. Ma la sua famiglia era in tutto e per tutto di Cinquefrondi e ancora oggi nel nostro paese vivono i discendenti diretti e indiretti di questa casata che sarebbe arrivata nel nostro paese addirittura fra il 1500 e il 1600 (ma di questo parleremo un’altra volta).

La vena di brllante compositore emerse già a soli 12 anni, quando Nicola Antonio mise nero su bianco la sua prima opera e si esibì in pubblico, lasciando tutti sbigottiti per il suo talento. Era appena un ragazzino quando fu mandato dal padre a Napoli, per poter studiare e specializzarsi. Ma il padre morì presto e la famiglia rimase senza soldi, dei benefattori si occuparono del ragazzo. Nicola Antonio studiava e suonava, ma faceva anche una vita disordinata, le più importanti dame del Regno se lo contendevano per la sua bellezza e simpatia; visse in un girotondo di cene, feste, viaggi, ospitate di qua e di là, ebbe molte amanti, si ammalò di tubercolosi, scrisse e musicò e suonò fino all’ultimo giorno di vita; Manfroce morì a Napoli il 9 luglio del 1813, a soli 22 anni di età.

Nel mondo della musica Manfroce è famoso di suo a livello nazionale (Ecuba è considerato il suo capolavoro, rappresentato nei maggiori teatri italiani e anche all’estero), nel nostro paese invece pochi forse lo conoscono davvero. In passato gli è stata dedicata una strada in periferia, al rione Aracri, ma nulla più; diciamo che le istituzioni cittadine non si sono mai preoccupate di ricordare questa figura che troppo sbrigativamente Palmi ha fatto propria, anche se in quella città Nicola Antonio vi nacque certo, e vi trascorse giusto i primi anni di vita, senza più metterci piede, ma le sue radici familiari erano solo cinquefrondesi. A Palmi tuttavia va dato merito: il ricordo di Manfroce è infatti assai vivo e celebrato.

Il blog di Michele Manferoce riporta un importante e documentato testo del dott. Carmelo Neri, grande studioso di Manfroce che in anni lontani si laureò all’Università di Messina con una tesi proprio sul giovane Nicola Antonio. Una tesi che non fu solo una tesi, ma una profonda ricerca biografica e musicale su un artista del quale pochi fino ad allora avevano scritto.

Dopo questo articolo di presentazione, nei prossimi giorni pubblicheremo uno scritto del dott. Neri, che fin da ora ringraziamo per la disponibilità e gentilezza; si tratta di un vero e proprio omaggio a tutti i cinquefrondesi in memoria di un genio musicale che solo per sbaglio nacque a Palmi anzichè nella sua Cinquefrondi.

 

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