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Carlo Creazzo, chi era costui ?  in questo sito si è già parlato del maestro Creazzo in diversi articoli. Ora ritorniamo sulla vicenda umana e musicale di questo grande cinquefrondese con l’aiuto di un prezioso libro, pubblicato dal concittadino Angelo Fiorillo, che ha un titolo lungo come quelli dei film di Lina Wertmuller: “L’esperienza musicale di Carlo Creazzo nella tradizione musicale di Cinquefrondi“.

Nel nostro paese, si sa, si mangia pane e musica da sempre: bande, musicisti, compositori, cantanti, complessi, negli ultimi due secoli c’è stato di tutto e per fortuna non è ancora finita, anzi la tradizione sembra crescere sempre di più. Ci sono talenti del presente e del passato di Cinquefrondi che non si finisce mai di scoprire. E non possiamo che esserne orgogliosi.

Oggi, con l’aiuto di Angelo Fiorillo (di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi https://www.cinquefrondineltempo.it/angelo-fiorillo-il-musicista-cinquefrondese-con-tre-lauree-che-sa-tutto-del-maestro-creazzo/) pubblichiamo la storia del maestro Carlo Creazzo, con un estratto dal libro prima citato (Leonida Edizioni):

di Angelo Fiorillo

Da informazioni ricevute dalla pronipote di Carlo, signora Anita Creazzo, le origini di questa famiglia, andando a ritroso incontro all’alba dei tempi, hanno radici in Inghilterra. L’appellativo pressappoco esatto del cognome originario è Creass o Creassy. Essi vennero a stabilirsi in Italia e precisamente a Stilo. Ebbero in feudo una casa a Napoli e dei boschi vicino Aversa, per concessione del re Carlo di Durazzo a Demetrio Creass.  Parliamo quindi della prima metà del XIV secolo.
Consultando il testo di Giovan Battista di Crollalanza, storico e genealogista, che nel 1878 pubblicava il suo Dizionario storico-
blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, si conferma l’origine inglese della famiglia, comprovando
inoltre che questa si sia stabilita in Calabria.
Generoso Creazzo fu prefetto di Catanzaro nel 1720; Federico Creazzo – figlio di Generoso – si stabilì nel 1760 a Bova in qualità di giudice; Carlo Creazzo – discendente di Federico e nonno del Maestro cinquefrondese – pare si fosse stabilito a Sant’Eufemia d’Aspromonte per aprire uno studio.
Da qui successivamente, il padre di Carlo, avvocato Federico, partì alla volta di Cinquefrondi per esercitare la professione di legale, vocazione che non più perseguì a causa di un richiamo della coscienza, allorché un giorno si presentò un individuo che aveva commesso un delitto e che l’avvocato non si sentì di difendere.
Carlo Creazzo, compositore e direttore di banda, fu musicista, suonatore di organo e di pianoforte, e uomo di grande e profonda sensibilità artistica e di accurata formazione storico-musicale.

La copertina del libro di Angelo Fiorillo dedicato a Creazzo (Leonida Edizioni)

Nacque il 6 novembre del 1873 a Cinquefrondi, in una casa vicino alla chiesa Matrice da Federico Giuseppe e da Giuseppina Agata Grande Carnovale, discendente di una ricca famiglia di Torre di Ruggiero (CZ). Rimasto orfano ancor giovincello, fu il primo di quattro figli e fratello di Libero, Rosa; nonché dell’altrettanto noto Pasquale, garibaldino e anarchico socialista, poeta vernacolare, scrittore, pittore. Inoltre Carlo era zio di Federico, direttore del teatro Massimo di Palermo.
L’indole cattolica lo contrapponeva spesso al fratello letterato, infatti, non di rado i due si ritrovavano a dover polemizzare per le opposte idee, mentre Carlo veniva sovente apostrofato dal primo come “paucciano”. Non vi era tuttavia odio, tra i due esistevano solo sani dibattiti e anzi, dalle loro rispettive competenze artistiche, i fratelli riuscirono a lavorare, in pieno spirito di collaborazione tra professionisti, a progetti comuni. Gioiuzza è la prova di tutto ciò.
Maestro di cappella presso la chiesa Matrice, e di quella del Carmine a Polistena, Creazzo fu anche docente di canto presso l’Orfanotrofio Maschile della stessa città, e negli anni Venti fu direttore della Banda dell’istituto formata dai giovincelli dello stesso.
Creazzo fu nominato nel 1905 Socio Onorario Fondatore presso l’Accademia Filarmonica Siciliana “Pietro Platania”, in Palermo. Nel 1910 fu premiato presso il Grande Emporio Musicale di Perugia col «Gran Diploma d’Onore» per la composizione di una Messa.
Nel 1928 ricevette la croce d’oro in seno al concorso per compositori dal Liceo Salzano di Nocera Inferiore nel quale presentò
Funebri lamenti – Pensiero lugubre descrittivo, insignendolo inoltre del titolo di “Membro onorario e croce al merito” in un tripudio di ovazioni che lo consacrarono agli onori delle cronache del tempo.
Un altro riconoscimento Creazzo lo ricevette in occasione della partecipazione al concorso per canti popolari a Reggio Calabria, indetto nel 1933 per la presentazione di Gioiuzza – Bozzetto folklorico calabrese.

Questo Bozzetto, che potremmo definire “dramma in musica descrittivo”, nella fattispecie della vita rurale calabrese, iniziato nel 1929, vede la collaborazione dei due fratelli, Carlo (per la parte metrica e musicale) e Pasquale (per la prosa). Per quest’opera fu ideato un organico fatto di coro e orchestra, dove si trovano gli archi e alcuni strumenti a fiato come ottavino e flauto, clarinetto, tromba e trombone. In più c’è il pianoforte conduttore o l’harmonium. Le percussioni sono rappresentate da triangolo, tamburo, cassa e piatti, campane tubolari e tam-tam.
L’opera fu ideata da Carlo, dalla trama, compresa una prima basilare bozza del testo, alla musica. La descrizione della rudimentale vita contadina con i propri valori, i propri difetti, scritta da Pasquale, fa da cornice al poema.
L’opera è incentrata sulla storia d’amore della quale i due protagonisti Maria (soprano) e Loigi (tenore) sono travolti. Lui parte
per le Americhe in cerca di fortuna mentre lei rimane a Cinquefrondi. Pervaso dal presentimento che non rivedrà più la propria
amata; Loigi, al ritorno, trova Maria morta.
Il contenuto della prefazione a Gioiuzza di Pasquale Creazzo

Prefazione
Al benevole lettore del presente Bozzetto, non è male un po’ di storia del modo come esso nacque e da quali intendimenti
fu guidato. Mio fratello Carlo, fino ad oggi, si occupò sempre solo di musica. Col nome poeta, non lui, ma io modestamente venivo identificato. Questa volta però, invadendo il mio campo, volle esser poeta anch’egli, e scrisse e musicò la canzone Gioiuzza.
Quando un giorno me la lesse e me la fece sentire al piano, la musica mi piacque assai, non solo per le melodiche sentimentali note, ma anche per i versi, i quali esprimono perfettamente i sentimenti veri del nostro antico contadino, nella
semplicità dei suoi modi, nella purezza delle sue passioni, nella costanza dei suoi affetti e nella eterna fedeltà alla donna
scelta a compagna della sua vita, di cui ne fa l’idolo di sacra adorazione oltre la tomba.
Osservammo, che intanto la cosiddetta invadente Civiltà, andava profanando il tradizionale santuario dei domestici
affetti, che spesso e volentieri, la nuova famiglia, non più dalla fiamma soave dell’amore veniva alimentata, ma dai bassi
e venali calcoli dalle raffinate furberie! Che tutto, dell’antico, andava dileguandosi anzi scomparendo nel nostro volgo: abitudini, sentimenti, costumi, semplicità, sincerità! E che insieme a tutto questo veniva travolto anche in modo inesorabile, il
simpatico tradizionale vecchissimo idioma, per dar posto ad un nuovo e misero linguaggio americanizzato, che si dimena
tra il ridicolo e lo sciocco! E prendendo come tema Gioiuzza al solo scopo della più schietta conservazione degli usi, idee, costumi, sentimenti e dei vocaboli calabresi, in breve tempo, componemmo io il bozzetto ed egli la musica.
In questo lavoro dunque, non altra presunzione che quella sopra esposta. E nella speranza di essere riusciti a far cosa
grata ai Calabresi riveriamo il lettore.     Cinquefrondi Ottobre 1931.    P. Creazzo

Creazzo dimostrò da subito grande interesse per lo studio della musica e ben presto capì quale fosse la sua strada. Di formazione prevalentemente autodidattica, ebbe i primi rudimenti di armonia dal maestro polistenese Nicola Rodinò Toscano. Continuò sempre da autodidatta lo studio del contrappunto e fuga, composizione, strumentazione per orchestra e banda, e canto gregoriano; di tutto questo aveva avuto delle delucidazioni epistolari da don Domenico Milano, direttore della Scuola di Canto del Seminario di Mondovì. Il musicista si cimentò in seguito nello studio della storia della musica, dei classici italiani e stranieri fino ad acquisire la cognizione artistica «indispensabile a chi vuole, senza vergogna, stare a capo d’un corpo musicale».

Angelo Fiorillo

In una breve biografia pubblicata da Salvatore Pucci – nell’Album.
Cenni biografici dei Compositori, Maestri e Solisti contemporanei
– si legge:

Può dirsi un autodidatta. Fin da ragazzo sentì forte la tendenza per la musica ed incominciò a studiare da sé. Fece gli studi di armonia col maestro Rodinò Toscano della vicina Polistena, e continuò, poi, da solo lo studio del contrappunto e fuga, composizione, strumentazione per orchestra e per banda, Canto Gregoriano, di cui aveva avuto delle delucidazioni epistolari da don Domenico Milano, Direttore della Scuola di Canto del Seminario di Mondovì.
Studiò e conosce l’organico vocale nella sua costruzione e i mezzi necessari per la educazione della voce; l’acustica
musicale, la tecnica ed il principio fisico della formazione di tutti gli strumenti dell’orchestra e della banda.
Suonatore di pianoforte e di organo, conosce di questi strumenti i sistemi di fabbricazione.
Ha una conveniente cultura letteraria e storico-musicale. È studioso appassionato dei classici italiani e stranieri.
Scrisse molta musica sacra e profana in cui aleggia sempre la malinconia, nota principale della sua anima elegiaca.
Ebbe soddisfazione nel campo dell’insegnamento con degli ottimi allievi, fra cui l’attuale Direttore dell’Orchestra del
Regio Teatro Garibaldi (Ars Nova) di Palermo.
Attualmente, e senza interruzioni fin dal 1897, dirige il Corpo Musicale di Cinquefrondi, composto di circa 50 elementi,
quasi tutti suoi allievi, e lavora per migliorarlo ed equilibrarne l’organico secondo le moderne esigenze. Ultimamente è stato premiato nella Gara Musicale, indetta dal Liceo Musicale “N. Salzano” di Nocera Inferiore, con Gran Diploma d’Onore e croce d’Oro per un lavoro Musicale per Grande banda.

(continua)

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